Ti trovi qui: Home

Storia della Medicina

Anno Accademico 2018 / 2019
Corso di Storia della Medicina e Antropologia Medica XV
      Mercoledì 5 dicembre 2018 alle ore 16,30
presso l'AULA MAGNA del Centro Didattico di Ateneo,
via del Pozzo 71, Modena
 si terrà la  settima lezione  del Corso.
  Tratterà il tema:
"La Chirurgia 4.0: quando la passione incontra la tecnologia"
la Dott.   MICAELA PICCOLI
         Azienda Ospedaliero-Universitaria di Modena.
La S. V. è invitata
Prof. Maria Teresa Camurri

__________________________
Emozioni forti e decisioni importanti sulla vita di altre persone. In un buon chirurgo le due cose s’incontrano senza scontrarsi.
All’età di sette anni, dopo aver visto il film “Viaggio allucinante” ( 1966 diretto da Richard Fleischer),   in cui grazie ad una tecnologia che permette di ridurre le dimensioni di qualunque oggetto materiale a dimensioni  microscopiche, un gruppo di scienziati e medici all’interno di un sottomarino miniaturizzato alle dimensioni di una cellula , vengono iniettati  in un arteria di un paziente ed iniziano un viaggio meraviglioso all’interno del corpo umano, per eseguire un delicato intervento chirurgico. Usciranno grazie ad una lacrima. Con l’idea che un giorno sarei riuscita a volare su un globulo rosso, dichiarai a mio padre , l’intenzione di diventare un medico. Durante i primi anni di medicina, si studiano materie che sono un po’ lontane dal concetto di medicina che un giovane può avere, scegliendo di fare il medico per “salvare delle vite”: chimica, fisica, biologia, statistica. L’anatomia è l’unica cosa che ti ricorda che stai studiando medicina! Al secondo anno, il mio desiderio di contatto con i pazienti si realizza, in un Reparto di chirurgia, dove si accettano studenti frequentatori! Ed io vado. Entro in una sala operatoria e vedo per la prima volta un intervento chirurgico. Un’emozione così forte, davanti alla bellezza dell’anatomia del corpo umano, che ho ancora ben impressa nella mia mente. Io che, ancora oggi, non riesco a guardare al cinema scene di sangue, da quel giorno non sono più uscita da una sala operatoria.
Il chirurgo dovrebbe racchiudere in sé le due realtà:
Passione intesa come missione, senza la quale non si riuscirebbe ad affrontare un lavoro così intenso, denso di emozioni, totalizzante, stressante, a volte usurante. Passione nel rapporto con il paziente che deve essere empatico, generare fiducia senza nascondere la realtà. Passione nel trasmettere le proprie conoscenze e nel ricercare nuove frontiere.
Ragione con cui ci distacca temporaneamente dalle emozioni per prendere decisioni a volte molto difficili sulla vita di un altro essere umano, che in quel momento si affida completamente nelle tue mani. Per incidere un addome con un bisturi, pensando di non uccidere una persona, bisogna usare una buona dose di ragione! Capacità di essere non solo un chirurgo, ma anche un chirurgo tecnologico in grado di utilizzare degli strumenti sofisticati come la robotica, la laparoscopia in 3D, 4K, la realtà virtuale, aumentata ecc. , e decidere dove applicarli.