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Corso di Scienze

a.a. 2011/2012
corso di SCIENZE
"Dal Big Bang agli Tsunami uno sguardo al pianeta Terra".


Martedì 20 marzo 2012 alle ore 16,30 presso l'Aula 1 della Biblioteca
Scientifica Interdipartimentale, via Campi 213 / c  Modena,
prosegue il corso di Scienze, diretto dalla prof. Anna Maria Pagliai
dell'Università di Modena e Reggio Emilia.

La terza lezione

"TERREMOTI E RISCHIO SISMICO"

sarà tenuta dal

prof. DORIANO  CASTALDINI dell'Università di Modena e Reggio Emilia.


La S. V. è invitata.


prof. Maria Teresa Camurri
Presidente Cultura e Vita
www.culturaevita.unimore.it


Terremoti e Rischio Sismico

Il terremoto è un rilascio improvviso di energia che si verifica in un
punto piu’ o meno profondo della Terra (ipocentro) dove è avvenuta
un’improvvisa rottura delle rocce (faglia) e da cui si propagano onde
sismiche. Il terremoto si manifesta in superficie con un moto vibratorio
del terreno; l’epicentro è il punto sulla superficie della Terra posto
sulla verticale dell’Ipocentro. La causa principale dei terremoti risiede
nei movimenti delle grandi placche in cui è suddivisa la crosta terrestre.
La registrazione dei terremoti è effettuata dai Sismografi che riproducono
su Sismogrammi le oscillazioni del suolo. I dati dei terremoti sul
territorio nazionale sono forniti dall’Istituto Nazionale di Geofisica e
Vulcanologia (INGV); la grande maggioranza di essi non vengono percepiti
dalle persone.
La grandezza di un terremoto, è espressa come Intensità (I) o come
Magnitudo (M) che descrivono grandezze del tutto diverse.
L’intensità (I), misurata tramite la scala Mercalli, è una misura degli
effetti che il terremoto ha prodotto e per fissarne il valore è necessario
attendere la raccolta dei dati oggettivi sui danni causati. La magnitudo
(M) è misurata con la scala logaritmica di Richter che indica l'energia
sprigionata da un terremoto nell’ipocentro: un aumento di una unità nella
M corrisponde a una liberazione di energia circa 30 volte maggiore.
Il Rischio sismico viene definito dalla probabilità di occorrenza di un
terremoto, con una data Magnitudo, in un prefissato numero di anni, con
determinate conseguenze. Gli effetti di un terremoto sull'ambiente sono
suddivisi in primari e secondari. Gli effetti primari sono legati alla
faglia che ha generato il sisma (faglia sismogenetica) e sono limitati
all’area di esposizione della fagliazione superficiale. Gli effetti
secondari, risultanti dalla propagazione delle onde sismiche anche a
notevole distanza, possono essere di vario tipo tra cui fessurazioni e
liquefazioni del terreno, fenomeni franosi, sollevamenti e abbassamenti
del suolo.
Tra i fenomeni sismoindotti piu’ noti vi sono gli tsunami resi tristemente
famosi dai disastri provocati a Sumatra il 26/12/2004 (circa 230.000
vittime) e in Giappone l’11/03/2011 (15.846 vittime e 3.317 dispersi).
I danni dovuti ad un terremoto dipendono, in ordine di importanza, dalla
presenza di persone e opere dell’uomo, dal tipo di costruzioni, dalle
caratteristiche geologiche e morfologiche del terreno, dalla Magnitudo del
sisma.
Allo stato attuale delle conoscenze i terremoti non si possono prevedere,
nel senso non sono ancora stati elaborati modelli utili alla previsione
deterministica di un terremoto: indicazione di dove, quando e con che
energia un sisma avviene.
Se non è ancora possibile la previsione deterministica, si può però
conoscere la sismicità di un area e definirne il grado di pericolosità
studiando l'intensità e la frequenza dei terremoti avvenuti in passato.
Gran parte della penisola italiana è interessata da un'intensa attività
sismica causata dal fatto che il nostro paese si trova tra la placca
africana, la placca europea e la microplacca adriatica che si muovono tra
di loro.
I sismologi hanno catalogato circa 30.000 terremoti avvenuti della
penisola italiana negli ultimi 3.500 anni; è stata individuata una
notevole attività sismica nell'Italia centro-meridionale dove si concentra
il 50% dei terremoti.
Sulla base dei dati sismici l’INGV ha elaborato la Classificazione Sismica
del territorio Italiano che distingue i territori comunali in 4 classi di
pericolosità sismica: classe 1 (pericolosità alta), 2 (media), 3 (bassa),
4 (molto bassa). I Comuni sono soggetti a particolari norme che
regolamentano la progettazione delle nuove costruzioni a seconda della
zona di classificazione.
In Provincia di Modena, 40 comuni ricadono in classe a bassa pericolosità
e 7 comuni in classe  a media pericolosità; questi ultimi sono ubicati nel
settore pedecollinare (Sassuolo, Fiorano, Maranello, Formigine,
Castelvetro) e di alta montagna (Frassinoro, Pievepelago).