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Corso di Bioetica

ANNO ACCADEMICO 2013/2014

             Il prossimo mercoledì 12 marzo 2014 alle ore 16
presso il Centro Didattico della Facoltà di Medicina e Chirurgia,
largo del Pozzo, 71 Modena - AULA MAGNA -

avrà inizio il dodicesimo corso
"Nuovi Orizzonti della Bioetica" Etica della prassi medica
diretto dal prof. Giovanni Battista Cavazzuti dell'Università di Modena e
Reggio Emilia.

      Interverrà con una relazione su:

 ***Aspetti etici della politica economica sanitaria***

il chiar.mo prof. CARLO HANAU
docente di Statistica medica e di Programmazione e organizzazione dei
servizi sociali e sanitari
Dipartimento di Educazione e Scienze umane
Facoltà di Scienze della Formazione
Università di Modena e Reggio Emilia

La S.V. Ill.ma è invitata.

prof. Maria Teresa Camurri
Presidente Cultura e Vita
www.culturaevita.unimore.it


La politica economica  si differenzia dall’economia politica in quanto si
applica a settori, come ad esempio quello sanitario, sociale o
urbanistico. In tutti questi campi si applicano le regole della politica
economica per  effettuare la programmazione settoriale, che è alla base
delle scelte dei programmi di governo del Paese.  Le scelte politiche sono
scelte di valore, prese sulla base delle convinzioni etiche.
L’economia tende a massimizzare i risultati e/o a minimizzare le risorse
impiegate, che purtroppo, e non per colpa degli economisti, sono limitate
rispetto alla domanda di benessere. La finalità dell’economia consiste nel
massimizzare l’efficacia e l’efficienza, riducendo gli sprechi. Nelle
politiche della spesa pubblica del governo, così come nella spesa di ogni
famiglia, le risorse non bastano mai, e si devono operare delle scelte di
priorità sulla base della scala di valori e delle scelte etiche. Per i
Paesi, i Governi decidono per mandato democratico, garantendo i valori
etici propri dei cittadini o perlomeno della loro maggioranza.
Il tragico dilemma della scelta di chi ammettere in sala di rianimazione,
quando due malati gravi si presentano al pronto soccorso dove è
disponibile un letto soltanto, è la punta di un iceberg: analizzando il
settore sanitario e sociosanitario ci si accorge che questa situazione è
generalizzata quasi ovunque perché, con qualche risorsa in più, si può
spesso ottenere più salute per qualcuno, a scapito degli altri che restano
“fuori”. La scelta ultima di chi privilegiare non deve essere dominio dei
tecnici, ai quali spetta di fare prognosi e ipotesi di cure, sulla base
delle quali il decisore pubblico, in conformità con i valori etici degli
elettori che lo sostengono, prenderanno la decisione.
Il piano sociosanitario individuale per i malati non autosufficienti in
dimissione da un ospedale può rappresentare un corretto esempio di
complementarietà fra giudizio di operatori sanitari e regole che
stabiliscono i livelli di dignità che il Servizio sanitario nazionale deve
tendenzialmente garantire.
I Piani territoriali di cui alla Legge n.328 del 2000 costituiscono
l’arena nella quale vari progetti, compilati dai tecnici, competono fra
loro nell’arena democratica per soddisfare bisogni diversi nel campo del
benessere.
L’epidemiologia elabora una previsione dei risultati di ogni programma di
intervento, l’economia sanitaria ne valuta i costi, ma soltanto la
popolazione può decidere cosa fare, perché nessun criterio tecnico è in
grado di determinare se la vita di un anziano vale meno di quella di un
bambino. Tecnicamente si potrà determinare quanti anni di vita si
potrebbero salvare in un caso o nell’altro, ma non si potrà mai fare una
scala di equivalenza fra un anno di un bimbo e un anno di un anziano.
Infine non si deve dimenticare che la stessa popolazione, che sostiene i
costi mediante i prelievi finanziari,  è in grado di decidere eventuali
ampliamenti della spesa sanitaria pubblica per soddisfare una parte
aggiuntiva di coloro che altrimenti sarebbero tagliati fuori dai servizi.
La partecipazione delle organizzazioni dei malati alle scelte in medicina
costituisce un’espressione di democrazia che si aggiunge a quella del voto
elettorale per scegliere chi governa la collettività.