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Corso Bioetica

                      a.a. 2015/2016
                Corso “NUOVI ORIZZONTI DELLA BIOETICA” XIV
                        Etica della prassi medica
Direttore prof.Giovanni Battista Cavazzuti, Università di Modena e Reggio E.

       Mercoledì 9 marzo 2016 alle ore 16 nell'Aula CS01 del Centro
Didattico di Ateneo - Facoltà di Medicina e Chirurgia – Via del
Pozzo, 71 Modena

                    il chiar.mo prof. Massimo Saviano
  Professore Ordinario di Chirurgia, Università di Modena e Reggio Emilia
già Direttore del Dipartimento di Chirurgia Generale e Specialità
Chirurgiche, Università di Modena e Reggio Emilia



terrà la lezione inaugurale del corso, trattando il seguente tema:


"Problematiche morali di comportamento del chirurgo tra dubbi e certezze".


La S. V. Ill.ma è invitata.



prof. Maria Teresa Camurri
Presidente Cultura e Vita

www.culturaevita.unimore.it

Il vertiginoso incremento delle conoscenze  in Medicina e di tecnologie
innovative ha coinvolto anche il mondo chirurgico. Il chirurgo oggi sempre
più si affianca ed interagisce con biologi molecolari, oncologi,
radiologi, medici nucleari, endoscopisti, ingegneri biomeccanici, in
decisioni e strategie diagnostico-terapeutiche integrate e mirate, nonché
in ricerche e studi clinici controllati. In questo approccio
multidisciplinare l’atto chirurgico, anche se fondamentale, resta un
momento di un più complesso processo di provvedimenti efficaci contro la
malattia ma nello stesso tempo rispettosi della persona umana.  Il
chirurgo non di meno in questo approccio multidisciplinare si trova a
volte da solo con la propria coscienza morale, nonostante le certezze di
successi validati in campo scientifico e norme deontologicamente
codificate.  Egli quotidianamente si può trovare, e si trova, ad
affrontare temi e responsabilità legate a decisioni quali chi operare,
quando operare, se esistono terapie alternative, se criteri budgetari non
condizionino o prevarichino certezze ormai consolidate, se una medicina
difensiva non lo porti ad omissioni nel proprio comportamento, se egli
abbia dal paziente un consenso veramente informato e valido, se a volte
egli non instauri una lotta con la malattia e la morte dimenticandosi o
prevaricando il malato. Non sempre è possibile avere certezze. Il medico
prima di tutto, comunque, deve essere responsabile di fronte a sé stesso,
cioè alla propria coscienza.