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Corso Bioetica

        a.a. 2015/2016
                    Corso “NUOVI ORIZZONTI DELLA BIOETICA” XIV
                           Etica della prassi medica
Direttore prof.Giovanni Battista Cavazzuti, Università di Modena e Reggio E.


           Mercoledì 27 aprile 2016, alle ore 16, nell'Aula CS01 del Centro
Didattico di Ateneo - Facoltà di Medicina e Chirurgia – Via delPozzo,71 -
Modena

                       il prof. MAURIZIO PONZ DE LEON
                  Professore Ordinario di Medicina Interna
    Dipartimento di Medicina Diagnostica, Clinica e di Sanità Pubblica
                      Università di Modena e Reggio Emilia

terrà la quinta lezione del corso e tratterà il seguente tema:

               "La dignità del paziente anziano in ospedale"



La S. V. Ill.ma è invitata.



prof. Maria Teresa Camurri
Presidente Cultura e Vita

www.culturaevita.unimore.it

        La dignità è un valore che fa parte della natura umana, e del
quale l’uomo non dovrebbe mai privarsi. La dignità è tuttavia un
valore “a rischio”, a tra le categorie a rischio di perdere in
parte la loro dignità vi sono i pazienti ricoverati in ospedale,
specie gli anziani.
        Le statistiche ci indicano con chiarezza che la popolazione
anziana (>65) è in aumento in tutti i paesi occidentali, tale dato
non va guardato con timore, ma come risultato positivo perché è
una vittoria inseguita per secoli contro la morte precoce e la
ridotta spettanza di vita.
        La situazione dell’anziano in ospedale, tuttavia, è assai spesso non
ottimale. Da un recente studio inglese risulta che nel 40% degli ospedali
non si raggiungevano, nei pazienti anziani, quegli standard di cura
raccomandati dal Governo, in particolare per quanto riguarda
l’alimentazione e l’igiene personale.
        E se guardiamo alle nostre corsie ospedaliere vi sono abitudini ed
atteggiamenti ormai radicati che indicano uno scarso rispetto della
dignità del paziente: chiamare i pazienti per nome (e non con il loro
titolo), dargli del “tu”, un eccessivo uso di pannoloni, cateteri,
sondini, camicioni, sbarre lungo il letto e limitazione dell’accesso di
familiari sono solo alcuni degli esempi che si potrebbero fare.
        La dignità si difende anche attraverso un’appropriata somministrazione di
farmaci al paziente anziano, non seguendo rigide linee guida, ma
piuttosto con un approccio personalizzato, che tenga conto delle
frequenti comorbidità. Sotto questo aspetto, si è fatto avanti negli anni
più recenti il concetto di “deprescrizione”, ovvero la riduzione del
numero dei farmaci nell’anziano come nuovo standard di cura. Vi sono
evidenze sperimentali che indicano un miglioramento della prognosi a
breve termine dopo deprescrizione farmacologica.
        Similmente la Società Americana e la Società Italiana di Medicina Interna
hanno raccomandato una drastica riduzione degli interventi non necessari
nell’anziano, secondo il principio del “fare meno può essere meglio”.
        In conclusione, vi è evidenza che la dignità dell’anziano in ospedale
spesso non venga rispettata. Rispetto della dignità è rispetto dei
diritti e delle libere scelte, ma anche ricerca di una giusta terapia
farmacologica e la rinuncia dell’accanimento terapeutico.