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Corso Beni Culturali

ANNO ACCADEMICO 2014/2015

                     Il prossimo martedì 19 maggio 2015, alle ore 16
      presso l'Accademia Nazionale di Scienze Lettere e Arti di Modena
       Corso Vittorio Emanuele 59, Modena - Aula Magna -

si terrà la settima e penultima lezione del
                  Corso "LA BELLEZZA: DA GALLA PLACIDIA A MATILDE"
diretto dalla prof. Roberta Budriesi dell'Università degli Studi di
Bologna

  °°°Il restauro come ritorno alla bellezza tardoantica e medievale°°°°
     Parlerà
                          la dott. CETTY  MUSCOLINO
                             Storica dell'arte

La S.V. Ill.ma è invitata.


prof. Maria Teresa Camurri
Presidente Cultura e Vita
www.culturaevita.unimore.it


Sant’Apollinare Nuovo un cantiere esemplare
Certamente tutti gli interventi di restauro offrono spunti per riflessioni
e considerazioni sulle metodologie adottate e sugli esiti dei lavori e
aprono nuovi spiragli e orizzonti alla conoscenza dei monumenti, ma non
c’è alcun dubbio che Sant’ Apollinare Nuovo, per quanto riguarda il suo
suggestivo apparato decorativo musivo costituisca un caso speciale.
La decorazione musiva della chiesa, realizzata dal re goto Teodorico
(493-526), al di là dell’apparente omogeneità è un testo estremamente
complesso.
La riconciliazione al culto ortodosso (556-569) comportò l’epurazione
degli elementi troppo legati alla “eretica” fede ariana e alla corte
teodoriciana e l’inserimento delle due ben note teorie di Martiri e
Vergini.
E’ proprio per il suo essere stato campo di incontro-scontro fra dottrine
religiose in lotta fra di loro che lo rende così affascinante, è il
passaggio dall’arianesimo all’ortodossia che lo rende rappresentativo al
massimo dei due momenti artistici più significativi che caratterizzano la
città di Ravenna.
I mosaici parietali della chiesa sono il testo che meglio ci permette di
leggere le molteplici trasformazioni e i cambiamenti politici, religiosi e
artistici. Ma si tratta poi di dover riuscire a leggere, e a decifrare i
molteplici segnali, le innumerevoli tracce offerte dalla materia,
talvolta manifeste, come il caso delle mani dimenticate negli intercolumni
del Palatium di Teodorico, o più spesso celati in angoli riposti e per lo
più invisibili.